Il 9 giugno 2021 è stato approvato il Decreto Legge 9/6/2021 n. 80, cosiddetto decreto reclutamento per portare a termine il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Il testo considerato all’art. 3 “Misure per la valorizzazione del personale e per il riconoscimento
del merito” co 7 apporta delle modifiche importanti al precedente decreto che il Ministro Brunetta aveva introdotto nel 2001 con il suo Testo Unico sul Pubblico Impiego.
Più precisamente all’ articolo 30, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001,n. 165, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) le parole «previo assenso dell’amministrazione di appartenenza» sono soppresse;
b) dopo il primo periodo sono inseriti i seguenti: «E’ richiesto il previo assenso dell’amministrazione di appartenenza nel caso in cui si tratti di posizioni motivatamente infungibili, di personale assunto da meno di tre anni o qualora la suddetta amministrazione di appartenenza abbia una carenza di organico superiore al 20 per cento nella qualifica corrispondente a quella del richiedente. E’ fatta salva la possibilità di differire, per motivate esigenze organizzative, il passaggio diretto del dipendente fino ad un massimo di sessanta giorni dalla ricezione dell’istanza di passaggio diretto ad altra amministrazione. Le disposizioni di cui ai periodi secondo e terzo non si applicano al personale delle aziende e degli enti del servizio sanitario nazionale, per i quali e’ comunque richiesto il previo assenso dell’amministrazione di appartenenza. Al personale della scuola continuano ad applicarsi le disposizioni vigenti in materia.»
Alla luce di quanto elaborato nel recente decreto legge il nuovo art. 30 co 1 del D.Lgs 165/2001 diventerebbe:
Art.30. Passaggio diretto di personale tra amministrazioni diverse
1. Le amministrazioni possono ricoprire posti vacanti in organico mediante cessione del contratto di lavoro di dipendenti di cui all’articolo 2, comma 2, appartenenti a una qualifica corrispondente e in servizio presso altre amministrazioni, che facciano domanda di trasferimento. E’ richiesto il previo assenso dell’amministrazione di appartenenza nel caso in cui si tratti di posizioni motivatamente infungibili, di personale assunto da meno di tre anni o qualora la suddetta amministrazione di appartenenza abbia una carenza di organico superiore al 20 per cento nella qualifica corrispondente a quella del richiedente. E’ fatta
salva la possibilità di differire, per motivate esigenze organizzative, il passaggio diretto del dipendente fino ad un massimo di sessanta giorni dalla ricezione dell’istanza di passaggio diretto ad altra amministrazione. Le disposizioni di cui ai periodi secondo e terzo NON si applicano al personale delle aziende e degli enti del servizio sanitario nazionale, PER I QUALI E’ COMUNQUE RICHIESTO IL PREVIO ASSENSO DELL’AMMINISTRAZIONE DI APPARTENZA. Al personale della scuola continuano ad applicarsi le disposizioni vigenti in materia.»
Pertanto, al netto di considerazioni ovvie sulla farraginosità linguistica, il personale sanitario che ha vinto un concorso e lavora a 700 km da casa potrà dopo 3 anni fare domanda di mobilità per avvicinarsi ai propri cari per cercare di migliorare la propria qualità di vita, contenendo spese e, nel caso delle madri, poter crescere i propri figli fuori dai turni, però PREVIO ASSENSO DELL’AMMINISTRAZIONE DI APPARTENZA con le lungaggini e i problemi burocratici noti?
Che dire? Sembrerebbe piovere sul bagnato, sempre sullo stesso punto e senza soluzione di continuità. D’altronde il ministro brunetta, già noto ai pubblici dipendenti e oggetto di critiche feroci negli anni passati, non poteva non smentirsi anche questa volta.
Speriamo di sbagliarci ma dal costrutto dell’articolo non si prevedono schiarite nel cielo plumbeo che sovrasta il personale sanitario da tempo.
Una cosa però vorremmo chiedere al ministro delle riforme volute dall’ Europa. Perché le restrizioni solo per il personale sanitario? Non erano eroi? La qualità di vita degli Infermieri degli OSS dei tecnici è meno importante di altri Lavoratori nei settori della PA?
Ad ogni buon conto rimandiamo le considerazioni definitive sulla questione dopo ulteriori approfondimenti legali sindacali sul tema, rinnovando l’immutata mancanza di stima verso l’illustre ministro e le sue riforme.
Il Direttivo Nazionale ULS