Sono anni che l’insicurezza sul lavoro è l’unico dato certo in aumento in Italia e, nonostante ciò, non si mette mano alle norme contenute nel T.U. 81/2008 le quali potrebbero impedire oltre mille morti l’anno e centinaia di migliaia di infortuni.
Nel 2024, in Italia, i decessi sono stati 1.090, con un incremento del 4,7% rispetto all’anno precedente. Nei primi mesi del 2025, la tendenza è ulteriormente peggiorata: le denunce di infortunio mortale sono cresciute del 16% rispetto allo stesso periodo del 2023 (dati Inail). Tutto questo a causa di mancati controlli e continue norme in favore delle imprese come la deregulation sugli appalti.
Fattori come salari da fame e diminuzione del potere di acquisto, non al passo con un’inflazione al 17%, hanno come unico risultato il blocco della crescita di cui ne fanno le spese solo i Lavoratori, i quali sono costretti ad accettare condizioni di lavoro insicure pena la disoccupazione. Infatti, se vi è stato un calo del 3,4% degli infortuni nei primi mesi di quest’anno bisogna invece sommare un +16% di morti sul lavoro. Questa discrasia fa comprendere chiaramente che non si denuncia più, per timore di ripercussioni sul luogo di lavoro, ma si continua a morire sempre di più. Chiediamo al Governo di invertire quella rotta segnata solo da continui paracadute per le imprese e indebolimento della classe lavoratrice.